Un corto di 60 secondi per promuovere il territorio e le specialità enogastronomiche del Friuli Venezia Giulia. Questa era la richiesta del concorso Friulano in Spot, organizzato dalla Pro Loco di Buttrio (UD), con il patrocinio dell’ERSA e il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine.
Ma per mostrare tutto il Friuli in così poco tempo ci sarebbe voluto il teletrasporto… e quindi l’abbiamo usato. Anzi, per non incorrere in diatribe con i nerd, trovandoci in ambiente fantasy e non fantascientifico, chiamiamola smaterializzazione.
Preparazione e riprese
Il soggetto è stato selezionato dal concorso per essere realizzato. In un mese.
Scrivere metà della sceneggiatura ha richiesto metà del tempo che ci è voluto per eliminare poi metà dei dialoghi e portare la durata a meno della metà di quella iniziale. *Sorrisetto compiaciuto di Gandalf*
Per i sopralluoghi nelle varie location non c’è stato molto tempo (io pensavo di cavarmela entrando in un armadio ma credo che ci sia stato un referendum indipendentista a Narnia, perché il confine era chiuso). Devo quindi ringraziare diversi amici e parenti per i consigli sui luoghi dove girare.
Reclutati cast e collaboratori sono iniziate le riprese, che si sono concluse in soli tre giorni senza grosse difficoltà eccetto: una caviglia storta, una spalla slogata, un dito mutilato e copiose raffiche di un vento gelido (questa non era una citazione, il povero Antonio non potrà più alzare il dito medio contro qualcuno senza mostrargli una cicatrice).
Concept e Musica
L’intero concept del video fa perno sull’incontro tra fantasy e moderno: la protagonista è una ragazza del terzo millennio ma con gusti vagamente pretecnologici, così come l’elfo è acconciato in stile odierno ma con una collezione di ammennicoli scintillanti addosso.
Lo stesso pensiero ha guidato la composizione della colonna sonora, che unisce un arpeggiatore digitale a dei flauti classicheggianti.
Ecco la traccia con la sola musica per chi desidera ascoltarla senza distrazioni:
Post-produzione
Senza pretese di realismo, la sobrietà è stata messa da parte nel ritocco in post-produzione. Il color grading è stato fatto con il software Da Vinci Resolve, saturando i colori in favore di un’estetica pop e favolistica, aggiungendo contrasti cromatici tra colori caldi e freddi.
L’effetto speciale della smaterializzazione è il più antico e ingenuo della storia del cinema, lo stesso per cui andava matto George Méliès già alla fine dell’Ottocento: tenere immobile la macchina da presa e tagliare il momento in cui l’attore esce dall’inquadratura. Con l’aggiunta di qualche arzigogolo audiovisivo.
Quindi?
Alla fine il corto non è arrivato al primo posto del concorso ma in finale con altri due. Sono comunque molto soddisfatto, non solo del risultato, ma dell’esperienza. Soprattutto per la sintonia che si è creata nella nostra piccola squadra, nonostante – tra l’altro – nessuno (a parte me) conoscesse gli altri fino a questo lavoro.
Troupe: Maria Giulia Buttò e Izhar Coletti
Cast: Chiara Alloi e Antonio Pauletta